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FESTIVAL NAVIGARTE – Gazela, la zia Achima e lo spirito della saggezza
25 Ottobre 2020 @ 17:00 - 18:00

Gazela, la zia Akima e lo spirito della Saggezza
liberamente ispirato ai racconti dello scrittore del Mali Amadou Hampaté Ba.
Nuova Produzione 2020: Movimentoinactor / Con.Cor.da
Regia e Coreografia Flavia Bucciero
Danzatrici interpreti : Elisa Paini , Leila Ghiabbi
Disegno Luci: Riccardo Tonelli
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Gazela, così chiamata perché agile e veloce come una Gazzella è una giovane ragazza che vive in un villaggio africano . Una notte le appare in sogno la vecchia zia Akima che l’ha cresciuta nei suoi primi anni di vita e che abita in un villaggio molto lontano da quello in cui vive Gazela. Le chiede di venirla a trovare perché si sente prossima alla morte. Gazela saluta i suoi genitori e parte. Attraverserà deserti e villaggi e durante il suo viaggio incontrerà alcuni animali molto particolari: il camaleonte, il pipistrello, lo scorpione, l’otarda ognuno di loro ha un segreto da rivelarle, segni e significati interpretabili ciascuno per un significato diurno e un altro notturno, uno positivo e l’altro negativo (il pipistrello, ad esempio, che di notte sa orientarsi e avverte i pericoli, ma di giorno è inattivo e impotente).
Al termine del suo viaggio Gazela incontrerà una vecchia cenciosa che le chiederà la poca acqua e il poco pane che le è rimasto. In cambio la vecchia le rivelerà il significato dei simboli che ha incontrato. La vecchia non è altro che l’incarnazione dello spirito della Saggezza della zia Akima e , la rassicura, sul fatto che sarà sempre con lei anche se non potrà più vederla. Gazela ritorna al suo villaggio, felice, ormai cresciuta e piena di conoscenza
Decifrare simboli, anche alla luce di similitudini e risonanze con le nostre leggende e mitologie mediterranee, intraprendere un viaggio che è al tempo stesso fuori e dentro se stessi, riconoscersi così diversi e al tempo stesso così simili
Ci sostiene e ci aiuta a capire, essere popolo mediterraneo, essere adusi alle relazioni, ai contatti, agli scambi. Riconoscere che anche noi siamo frutto di mescolanze di popoli migranti, giunti nella nostra penisola..
Riconoscere che la nostra unica appartenenza risiede nel genere umano. I nostri confini si spostano sempre più in là, per fondersi in questo bacino mediterraneo, conca di acque, provenienti da mille rivoli, crogiuolo di incroci.
E, allora, addentriamoci assieme in questo viaggio iniziatico, viaggio di conoscenza. Riscopriamo l’attraversamento, il percorso, come strumenti per attivare nuove percezioni, nuovi significati, facendo riferimento alla parte nostra più ancestrale, riscoprendo il senso del mistero che ha da essere ancora rivelato.